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Colibrì Ensemble: non solo musica

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  • 5 years ago
  • 7
di Enrico Romagnoli –
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Si sente molto parlare di loro, loro sono il Colibrì Ensemble, l’Orchestra da Camera di Pescara, un’orchestra che sta cambiando il panorama musicale e sopratutto culturale.

Ma cosa è un’orchestra? Che definizione ne dareste voi? Un gruppo di musicisti che suonano per guadagnarsi da vivere? Un luogo di lavoro come un altro? O come diceva simpaticamente qualcuno una semplice “cover band”?!

Trovate questa risposta e molto altro qui sotto, in una chiacchierata con Andrea Gallo, direttore artistico e primo oboe del Colibrì Ensemble.

“Io credo che un’orchestra sia qualcosa di più di un luogo di lavoro, qualcosa di più di una semplice compagine artistica. Mi è capitato più volte di definirla “un piccolo mondo sociale” e poche settimane fa sono stato contento nel sentirla definita allo stesso modo anche da Enrico Dindo. Un piccolo mondo sociale fatto di persone diverse, dove la diversità è chiaramente una risorsa, ma un mondo in cui è richiesta anche una grande collaborazione, una partecipazione, una condivisione di ideali umani, etici, morali, quindi una simbiosi che rende l’orchestra davvero un soggetto umano, dotandola di una sua personalità, diversa da quella di un’altra orchestra. Tutte le grandi orchestre hanno una loro “personalità collettiva”, che -detto così- può sembrare un ossimoro ma che davvero è riconoscibile ed è delineata proprio dagli ideali condivisi da tutti i musicisti. Ecco, è così che mi immagino un’orchestra, ed è questo che ricerco anche nel Colibrì.”

Quali sono gli ideali del progetto culturale Colibrì che i musicisti si trovano a condividere e che danno una personalità a quest’orchestra?

“Gli ideali emergono e si evidenziano in quelle che sono le modalità di gestione artistiche ed amministrative del Colibrì Ensemble, condivise dai musicisti i quali diventano a modo loro “ambasciatori” di questi ideali comuni.” Possiamo riassumerli in 5 aspetti fondamentali: 1-La qualità artistica 2-La distribuzione delle risorse economiche e la gestione dal basso 3-Il rapporto con la politica 4-Il ruolo, la tutela e il rispetto della professione di musicista e della sua etica professionale. 5-Il rapporto con la città ed il territorio  

Qualità artistica

“Innanzitutto si tratta di un’orchestra che sposa la qualità artistica come primo obiettivo al di sopra di qualunque cosa. Qualità ricercata nelle prestigiose collaborazioni e nella scelta degli elementi condivisa con le prime parti cercando nel limite del possibile di ascoltare il parere di tutti e mirando quindi a creare il massimo della stima reciproca tra tutti i musicisti.”

La distribuzione delle risorse economiche e la gestione dal basso.

“Io credo che nel tempo alcune orchestre italiane, anche storiche, siano purtroppo diventate estremamente costose e capaci di divorare enormi cifre economiche, di certo non per colpa dei musicisti, spesso tra l’altro troppo poco considerati nella gestione dell’ente, ma perché a mio parere fin troppo amministrate dall’alto, dalla politica. La gestione è stata sempre più lasciata in mano a super-manager/sovrintendenti, distanti dell’orchestra o dai reparti artistici, spesso provenienti da settori completamente diversi da quello artistico. Costoro,per lo più messi dalla politica, in molti casi si sono portati dietro amici e parenti, rimpinzando quindi le segreterie amministrative di certi enti nei quali, a fronte di un’orchestra di 40 elementi, ritroviamo un reparto amministrativo di 40 dipendenti. In questi casi buona parte delle risorse economiche finisce difatti per essere dedicata a reparti diversi da quelli artistici. Questo, unito a stipendi esagerati di manager-sovrintendenti, direttori musicali ed artistici, cantanti e solisti vari ha contribuito  -ora che non ci sono più i finanziamenti di una volta e siamo in tempi di crisi economica- a mettere in difficoltà tanti enti italiani. Paradossalmente si finisce poi nel tagliare il reparto artistico o l’orchestra che rappresenta il cuore dell’ente ed una minima parte dei costi. Nel Colibrì oltre il 70% delle risorse economiche, per ora provenienti esclusivamente da privati, è invece investito nell’orchestra, nei musicisti, pagati entro una settimana dal concerto. La segreteria e la parte amministrativa, forse fin troppo essenziale, è composta da 3 persone. Il musicista è una parte attiva ed importante dell’amministrazione che è quindi gestita dal basso. La politica è fuori dall’orchestra.”

Il rapporto con la politica e le istituzioni.

“Ecco questo è l’altro aspetto del nostro progetto culturale. Il Colibrì ricerca un diverso rapporto con la politica e con le istituzioni: un’orchestra che giustamente chiede di essere sostenuta anche dalle istituzioni, che orgogliosamente porta il nome di una città, ma che al tempo stesso non accetta che la politica entri a piene mani nel progetto. Ci relazioniamo come è giusto che sia con la politica, chiediamo il sostegno pubblico, ma la politica deve sentire il dovere di aiutarci perché crede nel progetto, perché stima la qualità artistica, perché è convinta che sia importante dare un’orchestra ad una città come Pescara che non ne ha mai avuta una in vita sua. Difatti siamo la prima ed unica orchestra della città che porta avanti una propria stagione ormai alla terza edizione. Non ci deve essere uno scambio, un tornaconto, o come spesso capita un palco da cui parlare e fare propaganda. Da tutto questo deriva un netto “no” alla strumentalizzazione politica della musica. Strumentalizzazione che spesso arriva a mettere in discussione anche l’etica e la figura del musicista, che in alcuni casi finisce per vendersi in cambio di una opportunità lavorativa. E qui ecco un altro ideale fondamentale del progetto Colibrì: la figura del musicista.”

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( da sinistra:Gina Barlafante, Presidente del Colibrì Ensemble e main sponsor dell’orchestra. Andrea Gallo, direttore artistico e primo oboe del Colibrì Ensemble e Roberta Zanoni, Segreteria artistica e membro del direttivo dell’Associazione.)

 

La figura del musicista

“In una  realtà  che  parte  dal  basso, oltre ad  essere  rispettato  come professionista e pagato ad una settimana dal concerto, il musicista  è  chiamato  anche a rivestire  un  ruolo  di  protagonista, venendo coinvolto  e  reso  partecipe  sia  di  molte  decisioni  artistiche  sia  dei percorsi  di  sviluppo  futuro  che  l’orchestra  intende  intraprendere. Allo stesso modo gli è chiesto di tutelare un progetto,che vuole tra l’altro rivalutare proprio la sua stessa figura professionale. Gli è chiesto di essere ambasciatore di certi ideali che vogliono mettere la qualità, il merito, e la musica al di sopra di tutto. Per raggiungere questo risultato dunque è necessario che il musicista, in piena e totale libertà, faccia delle scelte, prenda posizione in merito ad alcune questioni ideali. Oltre che sul valore artistico è sulla base di queste scelte ideali che si verifica una sorta di selezione interna che avviene per certi versi naturalmente nel tempo e che mira ad affinare sempre più il rapporto tra i musicisti e quindi l’armonia umana. Tutto ciò non può che rispecchiarsi positivamente anche nel risultato musicale e contribuisce a dare all’orchestra quella personalità collettiva ed umana di cui parlavo all’inizio.”

Rapporto con la città ed il territorio

“La città non è vista in maniera distaccata come un serbatoio di utenti, di pubblico, ma al contrario come una ricchezza umana, un patrimonio di persone che hanno sete di cultura e possono dare molto ed in mille modi diversi al progetto. A cominciare dai “sostenitori del Colibrì” semplici cittadini che sostengono economicamente l’orchestra con una quota annuale nella quale è compreso l’ingresso ai concerti, continuando con tutti coloro che ci danno una mano in maniera pratica e concreta chi prestandoci un furgone per gli spostamenti, chi le sedie che usiamo in concerto, chi aiutandoci fisicamente nei trasporti, chi collaborando alle vendite. Il rapporto con il “pubblico” vuole essere più simile a quello che c’è fra una squadra sportiva ed i suoi fans, ricevere quindi sostegno e apprezzamento non solo per le qualità artistiche della compagine, ma anche peri valori racchiusi nel progetto culturale. Crediamo inoltre di essere anche un importante servizio per la collettività, in più direzioni: dal punto di vista didattico tramite i progetti che ogni anno rivolgiamo ai giovani delle scuole, dal punto di vista culturale per la possibilità data al territorio di avere finalmente una propria orchestra e non una delle tante realtà intermittenti, ed infine come punto di riferimento per le giovani generazioni di musicisti abruzzesi, che abbiamo coinvolto nel progetto in diversi modi, in orchestra e da quest’anno anche con un Premio che permetterà al vincitore di esibirsi da solista con il Colibrì Ensemble.”

Ecco cosa è il Colibrì Ensemble. Per chi credeva che un’orchestra fosse solo tanta gente che suona avrà capito che si sbaglia alla grande. Il nostro panorama musicale è costellato sempre dalle stesse cose, mettere il naso fuori di casa e scoprire qualcosa di nuovo può far solo che bene.

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